Come ci si sente quando manca la vitamina D? Ci sono sintomi che possiamo riconoscere quando i livelli di questo micronutriente non sono adeguati?
Lo vediamo in questo articolo insieme alla diagnosi e ai rimedi per integrare la vitamina D nell’organismo.
La vitamina D è una carenza spesso “silenziosa” e quindi difficile da rilevare senza un esame specifico.
Cos’è e perché è importante la vitamina D
La vitamina D è una vitamina liposolubile essenziale per molte funzioni biologiche, tra cui il mantenimento della salute ossea e del sistema immunitario. Pur essendo chiamata “vitamina”, agisce come un ormone, regolando vari processi all’interno del corpo.
Piccola anticipazione: quando i livelli di vitamina D sono bassi e l’organismo non è in grado di assorbire correttamente il calcio e il fosforo, aumenta il rischio di dolori ossei, fratture ossee, dolori muscolari e debolezza muscolare. Negli anziani, una grave carenza di vitamina D (livelli inferiori a 10 ng/mL) può anche contribuire ad aumentare il rischio di cadute.
Esistono due forme principali di vitamina D
La vitamina D2 (ergocalciferolo) di origine vegetale e la vitamina D3 (colecalciferolo) di origine animale e sintetizzata nella pelle durante l’esposizione al sole.
Ruolo della vitamina D
La vitamina D è importante per l’assorbimento del calcio nell’intestino e la sua successiva deposizione nelle ossa, per mantenere la densità ossea e prevenire condizioni come l’osteoporosi.
Oltre alla mineralizzazione delle ossa, la vitamina D aiuta a mantenere livelli adeguati di calcio e fosforo nel sangue, contribuendo alla normale funzione muscolare e al sistema immunitario.
Una carenza di vitamina D può portare a debolezza muscolare, fragilità ossea e un rischio maggiore di infezioni. Ma lo vediamo a breve, quando entriamo nel dettaglio dei sintomi di carenza da vitamina D.
✔ L’assorbimento del calcio nell’intestino
✔ La mineralizzazione delle ossa
✔ Il mantenimento di livelli adeguati di calcio e fosforo nel sangue.
I sintomi della carenza di vitamina D
Quali sono i sintomi della carenza di vitamina D? Ebbene, la maggior parte delle persone con carenza di vitamina D non nota alcun sintomo.
Non essendoci sintomi, non ci si rende conto della carenza. Altri invece possono osservare sintomi, come:
- dolori muscolari e ossei
- stanchezza
- debolezza muscolare
- aumento della sensibilità al dolore
- sensazione di formicolio alle mani o ai piedi
- contrazioni o tremori muscolari
- disturbi del sonno
- umore depresso
- perdita di capelli
- inappetenza
- sistema immunitario debole.
Perché si diventa carenti di vitamina D
La carenza di vitamina D può derivare da diversi fattori. Le persone che non hanno livelli adeguati di vitamina D possono essere carenti per uno di questi motivi:
scarsa esposizione alla luce solare
pigmento della pelle più scuro
malnutrizione
insufficienza renale o epatica, che impedisce all’organismo di elaborare adeguatamente la vitamina D
alcuni farmaci
alcuni tipi di cancro, come il linfoma
storia familiare di carenza di vitamina D o di rachitismo infantile.
La causa principale è una scarsa esposizione al sole, soprattutto nelle persone che vivono in aree con inverni molto lunghi o che trascorrono molto tempo al chiuso.
Peggiorano il problema, un’alimentazione molto carente di alimenti ricchi di vitamina D, problemi di malassorbimento intestinale o condizioni come l’obesità, che riducono la disponibilità di vitamina D.
Ci si mette anche l’età avanzata e/o alcune malattie epatiche o renali, che vanno a compromettere la capacità del corpo di convertire la vitamina D nella sua forma attiva.
Altre condizioni di salute sembrano rendere difficile l’assorbimento della vitamina D, tra cui:
- Malattia infiammatoria intestinale (morbo di Crohn o colite ulcerosa)
- Malattia celiaca
- Fibrosi cistica
- Persone sottoposte a chirurgia bariatrica per la perdita di peso
- Persone a cui sono state asportate sezioni dell’intestino tenue (resezione)
- Una condizione che colpisce il pancreas, come l’insufficienza pancreatica esocrina.
Possibili complicazioni della carenza di vitamina D a lungo termine
La carenza di vitamina D può causare diversi problemi di salute a lungo termine.
È stato suggerito che la carenza di vitamina D possa avere un ruolo in alcune condizioni, come la fibromialgia, la sindrome da stanchezza cronica e la sclerosi multipla. Tuttavia, non è ancora stato stabilito un legame causale certo tra la carenza di vitamina D, né i benefici terapeutici della supplementazione di vitamina D.
Effetti sulla salute ossea
La carenza di vitamina D può portare a:
- Osteoporosi negli adulti, con conseguente aumento del rischio di fratture
- Rachitismo nei bambini, che causa deformità ossee e ritardi nella crescita
- Osteomalacia, caratterizzata da ossa deboli e dolenti.
Impatto sul sistema cardiovascolare
La mancanza di vitamina D è associata a:
Effetti sul sistema immunitario
Una carenza può comportare:
Rischi oncologici
Livelli bassi di vitamina D sono stati collegati a:
Altri potenziali problemi di salute
La carenza di vitamina D è stata associata anche a:
Fonti di vitamina D
Una quantità sufficiente di vitamina D si ottiene dall’esposizione al sole, responsabile dell’80-90% dell’apporto complessivo. Quando la luce solare colpisce la pelle, infatti, questa converte le radiazioni ultraviolette in vitamina D. Dunque, la principale fonte di vitamina D per l’organismo è la sintesi cutanea, che avviene proprio grazie all’esposizione della pelle ai raggi ultravioletti del sole.
Come viene diagnosticata la carenza di vitamina D?
Poiché spesso non ci sono sintomi, l’identificazione della carenza di vitamina D può essere difficile. La carenza di vitamina D si può diagnosticare attraverso un esame del sangue che controlla i livelli di vitamina D, ma non viene prescritto di routine.
In genere, i medici ordinano questo test se un paziente riferisce sintomi come dolori ossei o muscolari, o se presenta altre condizioni di salute che possono indicare un rischio di carenza di vitamina D.
L’esame del sangue per misurare i livelli di 25-idrossivitamina D è il test più comune e affidabile per valutare lo stato della vitamina D nell’organismo.
La 25-idrossivitamina D (25(OH)D) è la forma di vitamina D che circola nel sangue ed è un precursore attivato a livello epatico prima di essere convertito nella sua forma attiva nei reni.
È importante misurare i livelli di 25(OH)D perché questa è la principale forma di riserva della vitamina D ed è indicativa della quantità di vitamina D disponibile per essere utilizzata dal corpo.
Perché viene eseguito l’esame?
Il test viene generalmente prescritto per:
- Diagnosticare una carenza o insufficienza di vitamina D, che può portare a problemi ossei come osteomalacia negli adulti e rachitismo nei bambini;
- Monitorare persone con condizioni che influenzano l’assorbimento della vitamina D, come disturbi intestinali (celiachia, morbo di Crohn) o malattie renali;
- Valutare il rischio di osteoporosi o altre condizioni ossee legate alla mancanza di vitamina D.
Valori normali
I livelli di 25-idrossivitamina D vengono solitamente misurati in nanogrammi per millilitro (ng/mL). Le linee guida possono variare leggermente, ma in generale:
- < 20 ng/mL indica carenza di vitamina D;
- 20-29 ng/mL indica insufficienza;
- 30-50 ng/mL sono considerati valori ottimali;
- > 100 ng/mL può indicare un eccesso, potenzialmente tossico.
Alimenti che contengono vitamina D
Anche se limitate, ci sono anche fonti alimentari di vitamina D. Tra queste:
- pesce grasso come salmone, sardine e tonno
- tuorlo d’uovo
- alcuni funghi esposti alla luce solare
- latte e cereali arricchiti.
Come si cura la carenza di vitamina D?
Come aumentare la vitamina D velocemente? Il trattamento comprende modifiche dello stile di vita, integratori di vitamina D, farmaci.
Alcuni medici consigliano anche di esporre la pelle delle braccia, delle gambe e/o del viso alla luce naturale del sole per 15 minuti, tre o più volte alla settimana, che aiuta la pelle a produrre vitamina D.
Mangiare più alimenti ricchi di vitamina D di solito non è sufficiente per correggere la carenza di vitamina D, quindi il medico può consigliare un trattamento con integratori.
Il dosaggio di vitamina D consigliato può variare a seconda della gravità, dell’età, del peso e dell’eventuale gravidanza o allattamento. Sono disponibili dosi con obbligo di prescrizione e integratori alimentari. Alcune dosi prescritte vengono somministrate settimanalmente, anziché quotidianamente.
I tipi di integrazione di vitamina D comprendono:
- integratori di vitamina D₂ (ergocalciferolo), derivati da una fonte vegetale;
- integratori di vitamina D₃ (colecalciferolo), che derivano da una fonte animale.
- il calcidiolo, una forma di vitamina D₃ prescritto in presenza di condizioni di salute che portano al malassorbimento, come la fibrosi cistica o la celiachia.
È anche importante assicurarsi di assumere una quantità sufficiente di calcio. Livelli adeguati di vitamina D e di calcio riducono il rischio di fratture.