Visita per Ernia Iatale: i sintomi da osservare

ernia iatale
Scopri cos'è l'ernia iatale, i 7 sintomi da monitorare, quando serve una visita specialistica e quali cure sono disponibili. Prenota da MedNow a Milano.
Indice

Cos’è l’ernia iatale e quando ricorrere a una visita specialistica?

Se l’ernia è piccola, non ci si accorge neanche di averla, infatti può essere scoperta addirittura per caso durante altri esami.

Se l’ernia è più grande, invece, può succedere che cibo e acido risalgano verso l’esofago, provocando il classico bruciore di stomaco.

Questi fastidi si possono tenere sotto controllo con qualche accorgimento o con dei farmaci. Solo se l’ernia è molto grande e i sintomi sono forti, può essere necessario un intervento chirurgico.

In breve

Sintesi rapida: ernia iatale, sintomi, cause e trattamento

Cos’è l’ernia iatale

L’ernia iatale è la condizione in cui una porzione dello stomaco risale attraverso il diaframma, passando dallo iato esofageo (piccolo “foro” nel muscolo che separa il torace dalla pancia (diaframma), attraverso cui passa il tubo che porta il cibo dalla bocca allo stomaco (esofago).

Tipi di ernia

  • Ernia da scivolamento (la più comune)
  • Ernia paraesofagea (meno frequente ma potenzialmente più rischiosa)

Sintomi più frequenti di ernia iatale

  • Bruciore di stomaco
  • Reflusso acido
  • Nausea
  • Difficoltà a deglutire
  • Dolore toracico (simile a quello cardiaco)

Cause e fattori di rischio

  • Invecchiamento
  • Aumento della pressione addominale (obesità, tosse cronica, sforzi)
  • Fumo, dieta irritante
  • Gravidanza

Diagnosi

  • Gastroscopia
  • Radiografia con contrasto
  • Manometria esofagea
  • pH-metria esofagea

Cure per ernia iatale

Conservativo:

  • Dieta equilibrata, pasti piccoli e frequenti
  • Evitare alcol, menta, caffè, cioccolato
  • Dormire con la testa rialzata
  • Farmaci anti-reflusso

Chirurgico:

Indicato nei casi gravi o refrattari alla terapia farmacologica

Cos’è l’ernia iatale

L’ernia iatale è una condizione in cui una parte dello stomaco risale attraverso lo iato esofageo, l’apertura naturale del diaframma che consente all’esofago di congiungersi con lo stomaco.

Questo passaggio anomalo può alterare il normale funzionamento dello sfintere esofageo inferiore e favorire la risalita di contenuti gastrici nell’esofago.

L’ernia iatale è piuttosto comune, soprattutto con l’avanzare dell’età, e nella maggior parte dei casi non dà sintomi rilevanti.

In alcune persone può causare fastidi digestivi simili a quelli del reflusso gastroesofageo.

Tipi di ernia iatale

L’ernia iatale può presentarsi in due forme:

  • Ernia da scivolamento: la più frequente (oltre il 90% dei casi). Lo sfintere esofageo e la parte superiore dello stomaco risalgono nel torace. I sintomi sono spesso intermittenti e legati al reflusso.
  • Ernia paraesofagea: meno comune ma più pericolosa. In questo caso, una parte dello stomaco si sposta accanto all’esofago attraverso lo iato, mentre il cardias (giunzione esofago-stomaco) resta in sede. Può richiedere un intervento chirurgico.

In alcuni casi si può avere una forma mista, con caratteristiche di entrambe.

Sintomi di ernia iatale

Può accadere che in presenza di ernia iatale non si avverta alcun disturbo. In altri casi, invece, i sintomi possono essere ricorrenti o persistenti, con un impatto determinante ed evidente sulla qualità della vita. La sintomatologia dipende sia dal tipo di ernia che dalla sua dimensione.

Sintomi tipici di ernia iatale

  • Bruciore di stomaco: sensazione di calore o dolore nella parte alta dell’addome o dietro lo sterno, accentuata dopo i pasti o quando si è sdraiati.
  • Reflusso gastroesofageo: risalita di succhi acidi verso l’esofago, talvolta accompagnata da rigurgito di cibo o liquidi.
  • Sensazione di peso o dolore toracico: non correlato al cuore, ma legato alla compressione esercitata dallo stomaco erniato.
  • Nausea e difficoltà digestive: soprattutto dopo pasti abbondanti o grassi.
  • Eruttazioni frequenti e sensazione di pienezza precoce.
  • Disfagia: difficoltà a deglutire, in genere nei casi più avanzati o nei soggetti con reflusso cronico..

Quando i sintomi richiedono attenzione medica

È importante non trascurare alcuni segnali che possono indicare complicazioni o la presenza di un’ernia paraesofagea:

  • Dolore toracico improvviso e intenso
  • Vomito ricorrente o presenza di sangue
  • Anemia inspiegata
  • Calo ponderale non voluto
  • Difficoltà respiratorie associate alla digestione

In questi casi, è fondamentale rivolgersi a un medico per valutare la necessità di esami diagnostici e trattamenti specifici.

Cause e fattori di rischio di ernia iatale

L’ernia iatale si sviluppa quando la pressione esercitata all’interno dell’addome supera la resistenza dello iato esofageo, causando lo scivolamento dello stomaco verso il torace.

Come premesso, questo indebolimento può essere legato all’età o ad altri fattori predisponenti.

Cause di ernia iatale

  • Invecchiamento fisiologico: con il passare degli anni i tessuti del diaframma tendono a perdere tonicità, facilitando il passaggio dello stomaco attraverso lo iato.

  • Aumento della pressione addominale: situazioni che aumentano la pressione interna possono contribuire alla formazione dell’ernia:

    • Obesità o sovrappeso
    • Sforzi intensi (sollevamento pesi)
    • Tosse cronica (bronchite, BPCO)
    • Stipsi severa con sforzi evacuativi ripetuti
    • Gravidanza

  • Anomalie congenite: in alcune persone lo iato può essere più ampio fin dalla nascita (più probabile la dislocazione dello stomaco.
  • Interventi chirurgici o traumi addominali: possono modificare la struttura del diaframma e favorire l’erniazione.


Fattori aggravanti

  • Fumo di sigaretta: altera il funzionamento dello sfintere esofageo e aumenta l’acidità gastrica.
  • Dieta irritante: alimenti ricchi di grassi, cioccolato, caffè, menta, alcol, spezie.
  • Sedentarietà: peggiora la funzione digestiva e contribuisce all’aumento di peso.

Diagnosi di ernia iatale

La diagnosi di ernia iatale si basa su una valutazione clinica approfondita e su esami strumentali che permettono di visualizzare direttamente la struttura dello stomaco e dell’esofago.

Valutazione iniziale

Il medico raccoglie informazioni su:

  • Sintomi digestivi (bruciore, reflusso, nausea)
  • Frequenza e contesto di comparsa (dopo i pasti, di notte, in posizione sdraiata)
  • Storia clinica (obesità, gravidanze, interventi addominali)
  • Terapie in corso

In presenza di sintomi più seri, si procede con esami più specifici e mirati.

Esami diagnostici più utilizzati

  • Gastroscopia (EGDS): esame di riferimento che permette di osservare direttamente lo stomaco e l’esofago, valutando l’eventuale risalita dello stomaco e la presenza di lesioni da reflusso (esofagite, ulcere).
  • Radiografia con mezzo di contrasto (pasto baritato): utile per valutare la dinamica della deglutizione e la posizione dello stomaco rispetto al diaframma.
  • Manometria esofagea: misura la funzionalità dello sfintere esofageo e la peristalsi esofagea. Indicato nei casi con disfagia o reflusso refrattario.
  • pH-metria delle 24 ore: monitora il livello di acidità nell’esofago. Serve a confermare la diagnosi di reflusso gastroesofageo nei soggetti con sintomi atipici o in caso di dubbio diagnostico.

Come si cura l’ernia iatale

Il trattamento dell’ernia iatale dipende dalla tipologia, dalla gravità dei sintomi e dalla presenza di eventuali complicanze.

Nella maggior parte dei casi, il disturbo viene gestito con successo attraverso misure conservative. Solo una minoranza dei pazienti richiede un intervento chirurgico.

1. Cambiamenti nello stile di vita

Sono la prima linea di trattamento nei casi lievi o moderati. Le misure consigliate sono:

  • Mangiare in modo frazionato: fare pasti piccoli e frequenti per ridurre la pressione intragastrica.
  • Evitare di sdraiarsi dopo mangiato: attendere almeno 2–3 ore prima di coricarsi.
  • Dormire con la testa sollevata: usare un cuscino alto o rialzare il letto dalla parte della testa di circa 15–20 cm.
  • Ridurre il peso corporeo: in caso di sovrappeso o obesità.
  • Smettere di fumare: il fumo peggiora il funzionamento dello sfintere esofageo.
  • Evitare indumenti stretti in vita che aumentano la pressione addominale.

2. Trattamento farmacologico

Nei pazienti con sintomi di reflusso o esofagite associati all’ernia, il medico può prescrivere:

  • Inibitori di pompa protonica (IPP): riducono la secrezione acida dello stomaco (omeprazolo, pantoprazolo).
  • Anti-H2: meno potenti degli IPP (anche utilizzati ranitidina, famotidina).
  • Procinetici: facilitano lo svuotamento gastrico (domperidone, levosulpiride), ma non sono raccomandati dalle linee guida internazionali come terapia di base o aggiuntiva per l’ernia iatale associata a reflusso, per mancanza di prove di efficacia (fonte 1).
  • Antiacidi o alginati: per un sollievo rapido dei sintomi lievi o occasionali.

 

3. Intervento chirurgico

L’intervento è indicato quando:

  • i sintomi sono gravi o refrattari ai farmaci;
  • ci sono complicanze: esofagite erosiva, ulcere, stenosi, anemia da sanguinamento;
  • si sviluppano ernie paraesofagee voluminose o complicate.

La chirurgia (fundoplicatio laparoscopica) è indicata nei casi refrattari o complicati (fonte 2).

Quando rivolgersi al medico

Non tutte le forme di ernia iatale richiedono un trattamento urgente, ma ci sono situazioni in cui si deve ricorrere a un approfondimento medico per prevenire complicanze ed escludere lesioni esofagee, ulcere, stenosi o altri problemi associati.

È consigliato rivolgersi al medico quando:

  • I sintomi persistono da più di 2–3 settimane nonostante modifiche nello stile di vita o uso di farmaci da banco.
  • Il bruciore o il reflusso disturbano il sonno o peggiorano in posizione sdraiata.
  • Compare dolore toracico non spiegabile (differenziale con patologie cardiache).
  • Si verificano difficoltà a deglutire (disfagia) o sensazione di nodo alla gola.
  • Sono presenti sangue nel vomito o nelle feci, anemia o dimagrimento non voluto.

Chi sono i medici che si occupano di ernia iatale?

Gli specialisti di riferimento sono:

  • Medico di base: primo riferimento per avviare il percorso diagnostico.
  • Gastroenterologo: per valutare la necessità di accertamenti (gastroscopia, manometria).
  • Chirurgo generale: nei casi candidabili all’intervento.

FAQ – Domande frequenti sull’ernia iatale

L’ernia iatale può guarire da sola?

No. L’ernia iatale non regredisce spontaneamente, ma i sintomi possono migliorare con adeguate modifiche dello stile di vita e trattamento farmacologico.

Sì. In molti casi l’ernia iatale è asintomatica e viene scoperta per caso durante una gastroscopia o altri accertamenti diagnostici.

Di solito no, ma se non trattata può causare complicanze come esofagite, stenosi esofagea, anemia o, nei casi gravi, strangolamento gastrico (nelle ernie paraesofagee).

È utile evitare alimenti che favoriscono il reflusso o irritano la mucosa: fritti, cioccolato, menta, cibi grassi, spezie, agrumi, pomodoro, caffè, alcol e bevande gassate.

Sì, ma evitando esercizi che aumentano la pressione addominale come sollevamento pesi, crunch o flessioni. Meglio preferire camminate, nuoto e yoga dolce.

In molti casi sì, ma non è privo di rischi. Dopo l’intervento è comunque importante seguire una dieta corretta e mantenere uno stile di vita adeguato.

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