L’iperplasia prostatica benigna (IPB), nota anche come prostata ingrossata, è una condizione che colpisce il tratto urinario inferiore maschile.
Sebbene sia una patologia benigna che non incrementa il rischio di cancro alla prostata, può comunque provocare sintomi sgradevoli e complicazioni che influenzano la qualità di vita.
La causa precisa dell’ingrossamento prostatico rimane parzialmente sconosciuta. Tuttavia, si ipotizza che alcuni ormoni maschili, in particolare il diidrotestosterone, esercitino un’azione più marcata sulla ghiandola prostatica con l’avanzare dell’età. Questa intensificazione dell’attività ormonale potrebbe indurre la proliferazione del tessuto prostatico, determinando l’aumento di volume della ghiandola.
Per confermare la presenza di un ingrossamento prostatico, l’urologo può eseguire un esame rettale digitale. Inoltre, è possibile prelevare un campione di urina per escludere eventuali infezioni vescicali, che potrebbero richiedere un trattamento antibiotico.
Cos’è la prostata
La prostata è una ghiandola dell’apparato riproduttivo maschile. Si trova subito sotto la vescica, davanti al retto, e avvolge la parte iniziale dell’uretra. In condizioni normali misura circa 3-4 centimetri di lunghezza e pesa tra i 20 e i 25 grammi.
Quali funzioni svolge la prostata
La funzione principale della prostata è la produzione di una parte del liquido seminale che nutre e protegge gli spermatozoi, fornendo loro l’ambiente ideale per sopravvivere e muoversi nel loro viaggio verso l’ovulo femminile. Dunque, il suo è un compito importante nel processo riproduttivo per la fertilità maschile.
Cos’è l’ipertrofia Prostatica Benigna
L’iperplasia prostatica benigna è una condizione medica caratterizzata dall’ingrossamento non canceroso della ghiandola prostatica. Questo aumento di volume è dovuto alla proliferazione eccessiva ma benigna delle cellule prostatiche. La sua principale conseguenza è la comparsa di sintomi urinari, noti come sintomi del basso tratto urinario (LUTS – Lower Urinary Tract Symptoms).
Sintomi di Ipertrofia Prostatica Benigna
Come premesso, l’ipertrofia prostatica benigna non è una patologia maligna, ma ciò non toglie che possa diventare molto fastidiosa creando disagi fisici e psicologici.
All’inizio, l’ipertrofia prostatica benigna può anche non causare disturbi evidenti ma andando avanti possono comparire condizioni che devono essere trattate.
I sintomi della prostata ingrossata derivano dall’aumento di volume che può comprimere l’uretra e ostacolare il normale flusso urinario. Questa compressione è responsabile di una combinazione di sintomi ostruttivi e irritativi.
Trovandosi proprio sotto la vescica, quando si ingrossa la prostata può esercitare una pressione sull’uretra, che trasporta l’urina dalla vescica attraverso il pene e fuori dal corpo. Ciò può comportare una serie di problemi di minzione.
Per esempio, si può avere difficoltà a iniziare a urinare, continuare a fare pipì anche dopo, e avere la sensazione di non aver svuotato completamente la vescica.
L’urina che non viene espulsa e si raccoglie nella vescica può aumentare il rischio di infezioni che, a loro volta, rendono dolorosa la minzione e causano la perdita del controllo della vescica. Le infezioni delle vie urinarie (o della vescica) possono anche portare a un’infezione renale.
Sintomi ostruttivi
I sintomi ostruttivi sono il risultato della difficoltà a svuotare completamente la vescica:
- Difficoltà a iniziare la minzione: si può percepire un ritardo nel flusso urinario dopo aver tentato di urinare.
- Flusso urinario debole o interrotto: il flusso della pipì può essere debole o addirittura interrompersi più volte durante la minzione.
- Sensazione di svuotamento incompleto: dopo aver urinato, si può avvertire che la vescica non si è completamente svuotata.
- Sforzo durante la minzione: si può dover fare uno sforzo per iniziare o mantenere il flusso urinario.
Sintomi irritativi
Questi sintomi sono associati all’irritazione della vescica:
- Urgenza minzionale: il bisogno impellente di urinare, talvolta difficile da trattenere.
- Aumento della frequenza urinaria: la necessità di urinare più spesso, anche in assenza di un maggiore consumo di liquidi.
- Nicturia: alzarsi più volte durante la notte per urinare, disturbando il riposo notturno.
Complicazioni della prostata ingrossata
Nel tempo e a seconda del caso, i sintomi dell’ipertrofia prostatica possono peggiorare gradualmente. Non è detto che avvenga, anzi a volte i sintomi rimangono stabili per anni; altre volte, invece, possono sviluppare complicazioni come la ritenzione urinaria acuta, che richiede un intervento medico immediato.
Possono comparire anche sintomi meno comuni:
- Infezione delle vie urinarie;
- Impossibilità di fare pipì;
- Sangue nelle urine.
Impatto dei sintomi di ipertrofia prostatica benigna sulla qualità della vita
I sintomi possono interferire in modo impattante con le normali attività quotidiane, generando disagio in vari modi:
- Disturbi del sonno: la nicturia interrompe il riposo notturno, causando affaticamento e irritabilità.
- Limitazioni sociali: la frequenza urinaria o la paura di un’urgenza improvvisa possono portare a evitare lunghi viaggi o eventi sociali.
- Ansia e disagio psicologico: la difficoltà a controllare la minzione può essere fonte di stress e riduzione dell’autostima.
Ipertrofia Prostatica Benigna: le cause
L’ingrossamento della prostata può essere legata a diversi fattori.
Studi epidemiologici stimano che circa il 50% degli uomini tra i 50 e i 60 anni manifesti segni di ingrossamento prostatico, una percentuale che sale al 70% nei settantenni e al 90% a 85 anni.
Cambiamenti fisiologici legati all’età e agli ormoni
Con il passare del tempo, la prostata subisce modificazioni che fanno parte del naturale processo di invecchiamento. Tra i 40 e i 50 anni, si osserva un aumento graduale del volume prostatico, influenzato dagli ormoni. Nell’organismo maschile avvengono alcuni cambiamenti ormonali tra cui la diminuzione del testosterone.
Il diidrotestosterone (DHT)
Con il passare degli anni, i livelli di testosterone calano, ma la prostata continua a convertire una parte di questo ormone in diidrotestosterone, tramite l’enzima 5-alfa-reduttasi, che stimola la proliferazione cellulare. Inoltre, lo squilibrio tra estrogeni e androgeni, che avviene con l’avanzare dell’età, può portare a un aumento degli estrogeni, potenziale responsabile dell’ingrossamento prostatico.
Fattori genetici e familiarità
Le persone con una storia familiare di ipertrofia prostatica benigna sono più predisposte a sviluppare questa condizione. Secondo quanto emerge da alcuni studi, chi ha un parente di primo grado con questa condizione, presenta un rischio fino a due volte maggiore.
Altri fattori di rischio
Oltre ai fattori biologici, lo stile di vita e altre condizioni mediche possono influire, tra queste:
- Dieta: diete ricche di grassi saturi e povere di fibre sono state associate a un rischio maggiore di ingrossamento della prostata.
- Obesità: l’eccesso di peso è associato a livelli più alti di insulina e a infiammazione cronica, che potrebbero favorire l’ingrossamento prostatico.
- Diabete: questa patologia metabolica, che può essere associata a obesità, è correlata a disfunzioni ormonali e infiammazioni che possono contribuire alla crescita prostatica.
- Farmaci antidiabetici: in particolare l’insulina, sembra aumentare il rischio.
- Stile di vita sedentario: la mancanza di attività fisica riduce la circolazione sanguigna nella regione pelvica, favorendo processi infiammatori locali.
- Sindrome metabolica: ipertensione, intolleranza al glucosio/insulino-resistenza e dislipidemia.
- Infiammazione localizzata: una reazione del corpo che causa gonfiore e irritazione nella prostata.
Diagnosi di Ipertrofia Prostatica Benigna
La diagnosi dell’ipertrofia prostatica benigna si basa su un’approfondita valutazione medica che prevede l’analisi dei sintomi, esami fisici e test di laboratorio.
Ricordiamo l’importanza di una diagnosi precoce per trovare la causa dei disagi e la cura giusta per una condizione che deve essere distinta da altre patologie prostatiche, come prostatite; stenosi uretrale; cancro alla prostata.
Anamnesi e valutazione dei sintomi
Il primo passo nella diagnosi consiste in un confronto medico-paziente per raccogliere quanti più dettagli possibili sui sintomi e sul loro impatto sulla qualità della vita.
Il medico può utilizzare questionari standardizzati, come l’International Prostate Symptom Score (IPSS), per valutare la gravità dei sintomi urinari. Questo strumento assegna un punteggio a sintomi quali la frequenza urinaria, il flusso debole e la nicturia.
Esame obiettivo ed esplorazione rettale digitale (ERD)
L’esplorazione rettale digitale è una procedura semplice e veloce, durante la quale il medico valuta la dimensione, la forma e la consistenza della prostata inserendo un dito nel retto. Attraverso questo esame è possibile rilevare eventuali anomalie, come noduli sospetti, che potrebbero indicare altre patologie, tra cui il cancro.
Esami di laboratorio
Gli esami di laboratorio sono utili per escludere altre cause dei sintomi e monitorare lo stato generale della prostata:
- PSA (Antigene Prostatico Specifico): questo esame misura i livelli di PSA nel sangue. Sebbene valori elevati possano indicare ipertrofia prostatica, possono anche essere associati a infiammazioni o neoplasie.
- Esame delle urine: utilizzato per escludere infezioni del tratto urinario o la presenza di sangue nelle urine (ematuria).
Esami strumentali
Per una diagnosi più accurata, il medico può prescrivere uno o più test strumentali:
- Ecografia transrettale: offre un’immagine dettagliata della prostata, permettendo di misurarne il volume e identificare eventuali anomalie.
- Uroflussometria: misura il flusso urinario, rilevando eventuali ostruzioni o debolezze.
- Cistoscopia: in alcuni casi, un endoscopio viene utilizzato per visualizzare direttamente la vescica e l’uretra.
- Risonanza magnetica o TAC: utilizzate raramente, solo quando sono necessarie informazioni più dettagliate.
Complicanze dell’Ipertrofia Prostatica Benigna
Se non trattata adeguatamente, l’ipertrofia prostatica benigna può causare una serie di complicanze.
Ritenzione urinaria acuta e cronica
Ritenzione urinaria acuta: l’incapacità improvvisa di svuotare la vescica, una condizione. Il paziente avverte dolore intenso e un bisogno urgente di urinare.
Ritenzione urinaria cronica: si sviluppa gradualmente e porta all’accumulo di urina residua nella vescica, aumentando il rischio di infezioni.
Infezioni del tratto urinario (UTI)
L’urina che ristagna nella vescica a causa dell’ostruzione aumenta il rischio di infezioni batteriche. Queste infezioni urinarie possono manifestarsi con sintomi come bruciore durante la minzione, febbre e dolori nella regione pelvica.
Calcoli vescicali
L’accumulo di urina residua favorisce la formazione di calcoli (piccole formazioni solide) nella vescica. Questi possono causare dolore, difficoltà nella minzione e aggravare i sintomi ostruttivi.
Problemi renali
Nei casi più gravi, l’aumento della pressione nella vescica può riflettersi sui reni, compromettendone la funzionalità. Questo fenomeno, noto come idronefrosi, deve essere trattato subito perché può portare a insufficienza renale.
Impatto sulla vita sessuale
La prostata ingrossata può avere ripercussioni sulla funzione sessuale, causando problemi come la disfunzione erettile o una diminuzione del desiderio sessuale. Inoltre, alcuni trattamenti possono influire sulla qualità della vita sessuale.
Relazione tra IPB e altre condizioni
L’ipertrofia prostatica benigna non è una condizione isolata; spesso può associarsi ad altre problematiche.
Disfunzione erettile
La relazione tra IPB e disfunzione erettile coinvolge sia fattori fisici che psicologici. Il tessuto prostatico ingrossato può alterare la circolazione locale, riducendo il flusso sanguigno necessario per una normale funzione erettile. Inoltre, i trattamenti farmacologici utilizzati per gestire l’IPB, come gli alfa-bloccanti e gli inibitori della 5-alfa-reduttasi, possono avere effetti collaterali che influenzano la libido o la capacità erettile.
Infertilità
L’IPB può influenzare indirettamente anche la fertilità. L’ingrossamento prostatico e l’ostruzione dell’uretra possono interferire con l’emissione del liquido seminale, compromettendone la qualità. Inoltre, alcune terapie farmacologiche possono influire sulla produzione e sulla motilità degli spermatozoi, rendendo necessario un approccio multidisciplinare per trattare IPB e infertilità.
Cure per Ipertrofia Prostatica Benigna
Il trattamento per ipertrofia prostatica benigna dipende da alcuni fattori: età, gravità dei sintomi, condizioni di salute, l’impatto sulla qualità della vita del paziente.
Terapie conservative in presenza di sintomi lievi / moderati
L’approccio conservativo viene consigliato in presenza di sintomi lievi o moderati, mettendo in atto alcune modifiche dello stile di vita:
- Limitare l’assunzione di liquidi in serata per ridurre la nicturia.
- Evitare caffeina e alcol che possono irritare la vescica.
- Mantenere un peso sano e praticare attività fisica regolare per migliorare la funzione urinaria.
È importante osservare una frequenza regolare nei controlli dal medico per tenere sotto controllo i sintomi.
Terapia farmacologica per prostata ingrossata
Per contenere i sintomi dell’ingrossamento della prostata, il medico potrebbe proporre uno e due classi principali di farmaci: gli alfa-bloccanti e gli inibitori della 5-alfa-reduttasi (5-ARI), a seconda dei sintomi e delle dimensioni della ghiandola prostatica.
Farmaci alfa-bloccanti
Questi farmaci agiscono rilassando i muscoli intorno alla prostata e del collo vescicale, in modo che l’urina possa scorrere più facilmente. Sono consigliati in caso di prostata da poco a moderatamente ingrossata. Possono però far comparire alcuni effetti collaterali, tra cui vertigini e calo della pressione arteriosa.
Inibitori della 5-alfa reduttasi
Questi medicinali agiscono inibendo l’enzima 5-alfa reduttasi, responsabile della conversione del testosterone in diidrotestosterone. Ridimensionano il volume della prostata, bloccando la conversione del testosterone in diidrotestosterone, affinché non prema sull’uretra. Possono causare effetti collaterali come diminuzione della libido e disfunzione erettile.
Terapie combinate nei casi moderati / gravi
Le terapie combinate uniscono alfa-bloccanti e inibitori della 5-alfa reduttasi per una maggiore efficacia nei casi moderati o gravi.
Trattamenti chirurgici
In presenza di complicazioni, quando i sintomi non rispondono ai farmaci, se questi causano effetti collaterali indesiderati, o se ci sono complicazioni come ritenzione urinaria o infezioni ricorrenti del tratto urinario, si può ricorrere all’intervento chirurgico per rimuovere il tessuto in eccesso dalla prostata.
Resezione transuretrale della prostata
La procedura standard per la rimozione del tessuto prostatico in eccesso è la resezione transuretrale della prostata, che si dimostra efficace a lungo termine.
Ipertrofia Prostatica Benigna e cure moderne con trattamenti minimamente invasivi
Negli ultimi 30-40 anni, i trattamenti per l’ingrossamento della prostata sono evoluti. Oggi abbiamo laser, robot chirurgici e interventi poco invasivi che si possono fare anche in ambulatorio.
I nuovi trattamenti tolgono il tessuto prostatico in eccesso con meno effetti negativi.
Trattamenti mini-invasivi con Tecnologie Laser
Per esempio, due tecniche con il laser funzionano come la più tradizionale resezione, ma si eseguono senza anestesia totale, fanno sanguinare meno, e permettono di tornare a casa prima:
- l’enucleazione della prostata con laser a olmio (HoLEP)
- la vaporizzazione fotoselettiva della prostata (GreenLight).
Altri trattamenti possono essere eseguiti senza ricovero e senza anestesia generale. Inoltre, sono trattamenti che preservano la funzione sessuale e garantiscono tempi di recupero più veloci:
- UroLift: prevede il posizionamento di dispositivi che sollevano e separano il tessuto prostatico ostruttivo.
- Rezum: utilizza vapore acqueo per ridurre il tessuto prostatico in eccesso.
Adenomectomia prostatica
L’intervento consiste nella rimozione chirurgica dell’adenoma prostatico ed è indicato per prostate molto voluminose.
Rimedi naturali
Oltre ai trattamenti convenzionali, diversi integratori e rimedi a base di erbe sono stati associati al miglioramento dei sintomi di IPB, anche se la loro efficacia non è stata ancora provata.
Prima di assumerne, si consiglia di rivolgersi al proprio medico perché anche gli integratori naturali possono interagire con altri farmaci.
Saw palmetto
Si tratta di una pianta utilizzata per ridurre l’infiammazione e alleviare i sintomi urinari.
Semi di zucca
I semi di zucca, ricchi di zinco e antiossidanti, possono supportare la salute della prostata riducendo il gonfiore e migliorando la funzione urinaria.
Beta-sitosterolo
È un farmaco vegetale, una miscela ricavata da diverse piante che contengono sostanze simili al colesterolo chiamate sitosteroli o fitosteroli (grassi di origine vegetale). Diversi studi hanno suggerito che il beta-sitosterolo può alleviare i sintomi urinari dell’IPB.
Sebbene l’uso del beta-sitosterolo non abbia provocato effetti collaterali di rilievo, i medici non conoscono ancora tutti gli effetti a lungo termine di questa terapia naturale.
Pygeum
Il Pygeum deriva dalla corteccia del susino africano. È stato usato nella medicina tradizionale per trattare i problemi urinari fin dall’antichità ed è usato per trattare i sintomi dell’IPB, soprattutto in Europa. Anche in questo caso, tuttavia, non ci sono conferme definitive sulla sua efficacia.
Secondo il Canadian Journal of Urology, alcuni piccoli studi hanno suggerito che l’integratore può aiutare a svuotare la vescica e a migliorare il flusso di urina. Ma è ancora da verificare l’effetto in via definitiva. L’uso del pygeum, infatti, sembra sicuro, ma in alcune persone può causare mal di stomaco e mal di testa.
Estratto di polline di segale
Si ottiene da tre tipi di polline di erba, segale, fleolo e mais. Una revisione degli studi sulle erbe pubblicata su BJU International ha rilevato che l’assunzione di estratto di polline di segale ha riportato un miglioramento dei sintomi. Tuttavia, questo studio è durato solo 6 mesi e non ha esaminato l’efficacia dell’integratore rispetto ai farmaci da prescrizione.
Ortica
La radice di ortica sembra poter migliorare alcuni sintomi dell’IPB, diminuire la gravità della frequenza urinaria, della nicturia e dell’urgenza, se usata in combinazione con il trattamento medico convenzionale. L’ortica può essere usata anche in combinazione con altri trattamenti naturali, come il pygeum o il saw palmetto. Gli effetti collaterali dell’ortica sono generalmente lievi, tra cui mal di stomaco e rash cutanei.
Prevenzione dell’Ipertrofia Prostatica Benigna
Al momento non esiste un modus operandi definitivo per prevenire l’ingrossamento della prostata.
In molti casi, questa condizione si sviluppa in modo naturale con l’invecchiamento, in un’età compresa tra i 51 e i 60 anni.
Se individuata precocemente, è possibile trattarne i sintomi e prevenirne le complicanze.
Dieta e nutrizione per la salute della prostata
Come sempre, anche a tavola si può fare la differenza, con un’alimentazione equilibrata che può influire sulla salute della prostata.
Cibi ricchi di antiossidanti: frutta e verdura, in particolare pomodori (ricchi di licopene), spinaci e cavoli contengono antiossidanti che proteggono le cellule dallo stress ossidativo, responsabile di favorire l’ ingrossamento prostatico. In particolare, betacarotene, carotenoidi e vitamina A.
Il licopene, presente nei pomodori e in altri alimenti rossi, è noto per le sue proprietà antiossidanti e per il suo possibile ruolo nel rallentare la crescita prostatica.
Vitamina D: una revisione del 2013 ha dimostrato un’associazione tra da IPB e carenza di vitamina D. L’aumento della vitamina D nella dieta, attraverso integratori o alimenti ricchi di vitamina D, può favorire una riduzione dei sintomi dell’IPB.
Grassi sani: preferire i grassi insaturi (olio d’oliva, avocado, noci) rispetto ai grassi saturi e trans.
Riduzione del consumo di carne rossa e alimenti processati: un eccesso di carne rossa e cibi ricchi di conservanti può aumentare il rischio di problemi prostatici.
Idratazione adeguata: bere acqua in quantità sufficiente durante il giorno, evitando di eccedere nelle ore serali per ridurre la nicturia.
Importanza dell’attività fisica
L’esercizio regolare aiuta a migliorare la circolazione sanguigna, a mantenere un peso corporeo sano e a ridurre l’infiammazione, tutti fattori benefici per la prostata. Ecco quale attività fisica svolgere:
- Esercizi aerobici: camminata veloce, jogging, ciclismo e nuoto sono ideali per mantenere il metabolismo attivo.
- Esercizi specifici per il pavimento pelvico (Kegel): migliorano il controllo urinario rafforzando i muscoli del pavimento pelvico.
Controlli regolari e screening
Il monitoraggio proattivo consente di individuare precocemente eventuali cambiamenti nella prostata e di intervenire prima che insorgano complicanze.
Si raccomandano visite urologiche periodiche regolari, soprattutto per gli uomini sopra i 50 anni o con una storia familiare di problemi prostatici. Importanti sono anche gli esami di screening, come il PSA (antigene prostatico specifico) che aiuta a monitorare la salute della prostata e a distinguere l’ipertrofia prostatica benigna da altre condizioni, e l’esplorazione rettale digitale per valutare eventuali anomalie nella prostata.
Ricerca e sviluppi sull’Ipertrofia Prostatica Benigna
La ricerca scientifica sta ampliando le cure per l’ipertrofia prostatica benigna, portando a nuove strategie diagnostiche e terapeutiche.
Terapie farmaceutiche
L’innovazione farmaceutica punta allo sviluppo di molecole più efficaci e con minori effetti collaterali:
- Farmaci a bersaglio molecolare: nuove terapie mirate sono progettate per bloccare specifici segnali cellulari coinvolti nella crescita prostatica, riducendo il volume della ghiandola senza influire sugli ormoni sistemici.
- Agenti anti-infiammatori avanzati: farmaci che agiscono sui processi infiammatori cronici potrebbero ridurre l’IPB e migliorare i sintomi urinari.
- Modulatori ormonali di nuova generazione: farmaci in grado di regolare con precisione il metabolismo di testosterone e diidrotestosterone, minimizzando gli effetti collaterali sulla funzione sessuale.
- Tecnologie chirurgiche sempre meno invasive (come abbiamo visto poco sopra).
Diagnosi precoce con biomarcatori avanzati
La ricerca sta identificando nuovi biomarcatori che potrebbero rendere la diagnosi più rapida e accurata:
- Test molecolari e genetici: esami basati sull’analisi del DNA o dell’RNA specifici della prostata potrebbero distinguere meglio l’IPB da altre patologie prostatiche, come il cancro.
- Imaging di nuova generazione: tecniche avanzate di risonanza magnetica multiparametrica (mpMRI) possono fornire immagini dettagliate della prostata, migliorando la valutazione del volume e della struttura ghiandolare.
FAQ – Domande Frequenti su Ipertrofia Prostatica Benigna
1. Chi è lo specialista che cura la prostata, l’urologo o l’andrologo?
Per problemi legati alla prostata, il medico specialista più appropriato da contattare è l’urologo. L’urologo è lo specialista che si occupa delle patologie dell’apparato urinario e anche del sistema riproduttivo maschile, inclusa la prostata.
2. Qual è la differenza tra urologo e andrologo?
La differenza tra urologo e andrologo risiede nelle loro principali specializzazioni. Entrambi si occupano del sistema genito-urinario maschile, ma mentre l’andrologo si prende cura della salute sessuale e riproduttiva, l’urologo si occupa di condizioni urinarie e genitali. In alcuni casi, in presenza di problemi più complessi, potrebbe essere utile, se non necessaria, una collaborazione tra urologo e andrologo.
3. Come si cura l’ipertrofia prostatica benigna?
L’intervento d’elezione è la resezione endoscopica della prostata (TURP). Si esegue con endoscopia per ridurre le dimensioni della prostata. In caso di ipertrofia più importante, si procede con un’adenonectomia.
4. Quali sono i sintomi dell'ipertrofia prostatica?
I sintomi che possono derivare da una iperplasia prostatica sono lo stimolo urgente a urinare e minzione frequente sia di giorno (pollachiuria) che di notte (nicturia), gocce di urina che continuano a fuoriuscire, la sensazione di non aver svuotato del tutto la vescica.
5. Quali cibi e bevande evitare con la prostata ingrossata?
Gli alimenti ricchi di grassi o fritti in olio possono avere un impatto negativo sulla salute generale e peggiorare i sintomi della prostata.
Gli alimenti contenenti grassi saturi, come i cibi da fast food o alcuni oli, possono influire sulla salute della prostata. Tra le bevande da evitare, invece, quelle contenenti caffeina, bevande alcoliche, a base di latte, succhi di frutta, bevande gassate.