Secondo l’International Diabetes Federation, circa un quarto della popolazione mondiale adulta è affetta da Sindrome Metabolica, un insieme di condizioni che aumentano il rischio di sviluppare patologie più gravi a lungo termine (croniche), malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, ictus.
Questa “costellazione” di fattori di rischio metabolici sono l’obesità addominale, pressione alta, glicemia elevata, trigliceridi alti e colesterolo LDL o colesterolo “cattivo”.
Lo stile di vita sedentario e l’obesità sono i principali fattori di rischio. Una dieta sana, l’esercizio fisico regolare e la perdita di peso possono contribuire a prevenire e gestire la sindrome metabolica.
Cos’è la Sindrome Metabolica
La Sindrome Metabolica è definita dalla presenza contemporanea di diversi fattori di rischio metabolici, tra cui:
- Obesità addominale: una circonferenza vita superiore a 88 cm nelle donne e 102 cm negli uomini;
- Pressione arteriosa elevata: pari o superiore a 130/85 mmHg1 (l’ipertensione è fortemente legata all’obesità, si riscontra spesso nelle persone con resistenza all’insulina);
- Glicemia a digiuno alterata: livelli di glucosio nel sangue uguali o superiori a 100 mg/dL1;
- Trigliceridi elevati: livelli superiori a 150 mg/dL1 (i trigliceridi sono un tipo di grasso presente nel sangue)
- Colesterolo HDL basso, anche chiamato ‘colesterolo buono’: i livelli di colesterolo nel sangue sono importanti per la salute del cuore. Il colesterolo HDL “buono” può aiutare a rimuovere il colesterolo LDL “cattivo” dai vasi sanguigni che può causare l’accumulo di placche nei vasi sanguigni [colesterolo LDL alto: ≥ 130 mg/dL].
È importante notare che questi criteri possono variare leggermente a seconda delle linee guida utilizzate, ma il concetto di base rimane lo stesso.
Avere tre o più di questi fattori di rischio significa essere affetti da Sindrome Metabolica. Questa condizione è strettamente legata all’obesità, specialmente all’obesità addominale, e all’insulino-resistenza.
Quando le cellule diventano resistenti all’azione dell’insulina, i livelli di zucchero nel sangue tendono ad aumentare, portando nel tempo allo sviluppo di diabete di tipo 2.
Sintomi e diagnosi della Sindrome Metabolica
La maggior parte dei disturbi associati alla Sindrome Metabolica non presenta segni o sintomi evidenti. Ecco perché viene definita una “condizione silenziosa”.
La diagnosi si basa sulla presenza di almeno tre dei cinque fattori di rischio menzionati precedentemente, che ripetiamo.
La sindrome metabolica viene diagnosticata quando una persona presenta tre o più di questi fattori di rischio:
- Glicemia (zucchero) elevata
- Bassi livelli di colesterolo HDL (“buono”) nel sangue
- Alti livelli di trigliceridi nel sangue
- Obesità addominale
- Pressione sanguigna elevata
Sebbene ognuno di questi fattori rappresenti un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, quando una persona ne presenta tre o più e le viene diagnosticata la Sindrome Metabolica, aumenta la possibilità di sviluppare una grave patologia cardiovascolare.
Per esempio, l’ipertensione arteriosa è un importante fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, ma se combinata con elevati livelli di glicemia a digiuno e con l’obesità addominale (ampio girovita), aumenta la possibilità di sviluppare malattie cardiovascolari.
Il medico effettua un esame fisico completo e richiede esami del sangue per valutare i livelli di glucosio, trigliceridi e colesterolo.
Cause e fattori di rischio della disfunzione metabolica
La sindrome metabolica è il risultato di una complessa interazione tra fattori genetici, ambientali e comportamentali. Alcuni dei principali fattori di rischio sono:
- Età: il rischio aumenta con l’avanzare dell’età;
- Obesità: il peso eccessivo, in particolare l’obesità addominale, aumenta il rischio di Sindrome Metabolica;
- Sedentarietà: la mancanza di attività fisica regolare;
- Diabete: la Sindrome Metabolica è più probabile se si è avuto il diabete durante la gravidanza (diabete gestazionale) o se si ha un’anamnesi familiare di diabete di tipo 2;
- Dieta non equilibrata: ricca di carboidrati raffinati e grassi saturi;
- Insulino-resistenza: considerata il fattore chiave nello sviluppo della sindrome;
- Menopausa;
- Genetica: storia familiare di diabete tipo 2 o malattie cardiovascolari;
- Stress cronico: può influenzare negativamente il metabolismo;
- Fumo e alcol: l’abuso di queste sostanze può aumentare il rischio.
Meccanismi fisiopatologici
La Sindrome Metabolica è strettamente legata all’insulino-resistenza. In condizioni normali, l’insulina aiuta le cellule ad assorbire il glucosio dal sangue. Nell’insulino-resistenza, le cellule diventano meno sensibili all’azione dell’insulina, portando a queste conseguenze:
- Aumento dei livelli di glucosio nel sangue;
- Produzione eccessiva di insulina da parte del pancreas;
- Alterazioni del metabolismo lipidico, con aumento dei trigliceridi e del colesterolo LDL.
Questi cambiamenti metabolici contribuiscono all’infiammazione cronica e allo stress ossidativo, che a loro volta aumentano il rischio di malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2.
Ruolo della microbiota intestinale nella sindrome metabolica
Evidenze scientifiche recenti suggeriscono un legame tra alterazioni della microbiota intestinale (disbiosi) e sviluppo di sindrome metabolica.
La disbiosi intestinale può contribuire all’infiammazione cronica di basso grado, all’insulino-resistenza e alle alterazioni metaboliche tipiche della sindrome metabolica.
Interventi mirati a ripristinare l’equilibrio della microbiota, come probiotici, prebiotici e modifiche della dieta, potrebbero aiutare a prevenire la Sindrome Metabolica.
Complicazioni
Se non si apportano modifiche allo stile di vita per controllare il peso in eccesso, si può sviluppare una resistenza all’insulina, che può causare un aumento dei livelli di zucchero nel sangue. Alla fine, la resistenza all’insulina può portare al diabete di tipo 2.
Il colesterolo e la pressione alta possono contribuire all’accumulo di placche nelle arterie, responsabili di restringere e indurire le arterie, aumentando il rischio di ictus o infarto.
In sintesi, se non trattata, la sindrome metabolica può portare a gravi complicanze come:
- Diabete di tipo 2: l’insulino-resistenza cronica può sfociare nel diabete
- Malattie cardiovascolari: l’accumulo di placche nelle arterie (aterosclerosi) aumenta il rischio di infarto e ictus
- Fegato grasso e calcoli biliari: spesso associati all’obesità e all’insulino-resistenza
- Sindrome dell’ovaio policistico (PCOS)
- Apnea notturna e altri disturbi del sonno
- Alcune forme di cancro: come quello al colon, al seno e all’endometrio.
La Sindrome Metabolica può essere un inizio dello sviluppo del diabete di tipo 2
Normalmente, l’apparato digerente scompone gli alimenti in zuccheri. L’insulina è un ormone prodotto dal pancreas che aiuta lo zucchero a entrare nelle cellule per essere utilizzato come combustibile.
Nelle persone con resistenza all’insulina, le cellule non rispondono normalmente all’insulina e il glucosio non riesce a entrare nelle cellule con la stessa facilità. Di conseguenza, i livelli di zucchero nel sangue aumentano anche se l’organismo produce sempre più insulina per cercare di abbassare la glicemia.
La maggior parte delle persone affette da Sindrome Metabolica presenta una resistenza all’insulina. L’organismo produce insulina per trasferire il glucosio (zucchero) nelle cellule e utilizzarlo come energia. L’obesità, riscontrata nelle persone con Sindrome Metabolica, rende più difficile per le cellule del corpo rispondere all’insulina.
Se l’organismo non riesce a produrre una quantità di insulina sufficiente a superare la resistenza, il livello di zucchero nel sangue aumenta, causando il diabete di tipo 2.