Prolasso del pavimento pelvico: ecco come scoprirlo e come affrontarlo

Prolasso del pavimento pelvico
Scopri cos'è il prolasso del pavimento pelvico, le cause, i sintomi e i trattamenti disponibili presso MedNow
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Il prolasso del pavimento pelvico si verifica quando i muscoli, i legamenti e i tessuti connettivi che sostengono gli organi pelvici si indeboliscono o cedono, causando lo spostamento di questi organi dalla loro posizione naturale verso il basso. Questa condizione prende il nome di prolasso degli organi pelvici.

Se diagnosticato precocemente, il prolasso può essere trattato con successo con metodi e terapie conservative, senza ricorrere alla chirurgia.

Nei casi più avanzati, o quando le terapie conservative non risultano sufficienti, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico per ripristinare la corretta posizione degli organi coinvolti.

Per evitare di arrivare a stadi avanzati della patologia, è bene saper riconoscere subito i primi segnali del prolasso del pavimento pelvico e intervenire con misure preventive e terapeutiche.

Qui puoi trovare un approfondimento interessante sull’argomento.

Cos’è il prolasso del pavimento pelvico

Il prolasso del pavimento pelvico è una condizione caratterizzata dall’indebolimento delle strutture muscolari e dei tessuti connettivi che sostengono gli organi nella pelvi (vescica, utero, vagina e retto).

Quando queste strutture cedono, gli organi pelvici possono abbassarsi fino a protrudere verso l’esterno attraverso la vagina o, più raramente, attraverso l’ano. Questa condizione può manifestarsi con diversi livelli di gravità, da lieve a severa.

Tipologie di prolasso del pavimento pelvico

Il prolasso può coinvolgere uno o più organi contemporaneamente, manifestandosi in diverse combinazioni e gradi di severità.

Dobbiamo distinguere i tipi principali di prolasso in base agli organi interessati:

  • Cistocele: riguarda la vescica che scivola verso il basso nella parete anteriore della vagina.
  • Rettocele: interessa il retto che spinge contro la parete posteriore della vagina.
  • Isterocele (prolasso uterino): si verifica quando l’utero scende verso il basso nella vagina.
  • Enterocele: meno menzionato ma importante da conoscere, avviene quando parte dell’intestino tenue protrude tra la vagina e il retto.

Queste distinzioni sono necessarie per determinare correttamente il trattamento più adeguato.

Perché succede? Quali sono le cause e i fattori rischio del cedimento pelvico?

Le cause del prolasso del pavimento pelvico sono molteplici, ma possiamo identificare due meccanismi principali:

  • l’aumento della pressione intra-addominale
  • l’indebolimento delle strutture di sostegno

dovute perlopiù a eventi o a condizioni fisiologiche come parto e menopausa.

Fattori di rischio

Uno dei principali fattori di rischio è il parto vaginale, specialmente in caso di parti multipli o traumatici, perché provoca un vero e proprio trauma alle strutture muscolari e nervose della regione pelvica.

Anche la menopausa ha il suo peso a causa della riduzione degli estrogeni che porta all’indebolimento dei tessuti.

Oltre ai fattori già citati, esistono altre condizioni che aumentano il rischio di prolasso, come:

  • stipsi cronica, che comporta ripetuti sforzi durante l’evacuazione
  • obesità, che aumenta la pressione sugli organi pelvici
  • alcune attività professionali che richiedono il sollevamento di pesi o lunghi periodi in piedi
  • malattie respiratorie come l’asma o la BPCO, che causano frequenti colpi di tosse e che possono contribuire allo sviluppo del prolasso, aumentando la pressione sull’area pelvica
  • predisposizione genetica, che può predisporre alcune donne a questa condizione a causa di una particolare conformazione del tessuto connettivo
  • invecchiamento: con l’età tutti i tessuti, compresi quelli del pavimento pelvico, perdono elasticità e tono.

Che sintomi e disturbi può dare il prolasso?

La gravità e i sintomi del prolasso possono variare sensibilmente da persona a persona, e possono cambiare anche in base alla posizione assunta (ad esempio, peggiorano in posizione eretta e migliorano quando ci si sdraia).

Inoltre, i sintomi tendono spesso ad accentuarsi con l’avanzare dell’età, soprattutto dopo la menopausa, a causa della diminuzione degli estrogeni che indebolisce i tessuti pelvici.

Tra i disturbi più frequenti troviamo:

  • Sensazione di pesantezza o pressione nella zona pelvica, che può accentuarsi nel corso della giornata o durante sforzi fisici.
  • Difficoltà o dolore durante i rapporti sessuali: molte donne riferiscono fastidio, dolore o disagio durante l’intimità, che può portare a evitare i rapporti. Questo aspetto può avere conseguenze negative anche sulla sfera emotiva e psicologica..
  • Problemi urinari: incontinenza urinaria (perdita involontaria di urina), difficoltà a svuotare la vescica o aumento della frequenza urinaria.
  • Disturbi intestinali: difficoltà a evacuare (stitichezza cronica) o incontinenza fecale nei casi più severi.

Molte donne limitano gradualmente l’esercizio fisico, evitando di sollevare pesi e, nei casi più gravi, modificano il proprio stile di vita per timore di peggiorare i sintomi.

Le conseguenze a lungo termine del prolasso non trattato

Con il tempo, il prolasso tende a peggiorare se non trattato adeguatamente. Oltre ai problemi già menzionati, si possono verificare complicazioni come:

  • ulcerazioni della mucosa vaginale esposta
  • infezioni ricorrenti delle vie urinarie

nei casi più gravi, ostruzione urinaria o intestinale.

Come viene diagnosticato il prolasso

La diagnosi del prolasso del pavimento pelvico si basa innanzitutto su un’accurata anamnesi e su un esame obiettivo ginecologico completo.

Durante la visita, si valuta la presenza e l’entità del prolasso, che può essere classificato in diversi gradi di gravità.

Livelli di prolasso e sintomi associati

Un’altra distinzione è relativa ai livelli di prolasso:

  • Prolasso di primo grado: quando la cervice uterina si sposta verso il basso, pur essendo comunque all’interno del canale vaginale. Sono privi di sintomi e passano inosservati.
  • Prolasso di secondo grado: affiora alla rima vulvare, ma senza ancora uscirne. I sintomi si manifestano con:

    sensazione di pesantezza pelvica
    dolore addominale
    dolori duranti i rapporti sessuali
    sanguinamento vaginale
    secrezioni
    incontinenza urinaria

  • Prolasso di terzo grado: sporge al di fuori della rima vulvare.

Non sempre la gravità del prolasso corrisponde direttamente con l’intensità dei sintomi.

Esami diagnostici per il prolasso del pavimento pelvico

Manometria anorettale e prove urodinamiche

Per definire un piano terapeutico personalizzato può essere necessario eseguire alcuni esami specifici, come la manometria anorettale e le prove urodinamiche.

Attraverso questi esami si può valutare in modo approfondito la funzionalità della vescica, dell’uretra, del retto e dello sfintere anale, verificare la presenza di alterazioni funzionali correlate al prolasso.

Ecografia del pavimento pelvico

La valutazione ecografica del pavimento pelvico è un altro strumento diagnostico molto utile. Attraverso diverse tecniche ecografiche (ecografia endoanale, endovaginale e transperineale), è possibile studiare in modo dettagliato lo stato delle strutture muscolari, legamentose e dei tessuti connettivi che sostengono gli organi pelvici. Questo esame è sicuro, non invasivo e fornisce informazioni preziose sulla gravità e sul tipo di prolasso.

Colpocistodefecografia

In casi selezionati, per completare il quadro diagnostico potrebbe essere indicata la colpocistodefecografia, un esame radiologico dinamico che utilizza un mezzo di contrasto. Questo test permette di osservare direttamente il comportamento degli organi pelvici durante l’evacuazione e sotto sforzo, identificando con precisione quali strutture siano coinvolte nel prolasso e in che misura.

Risonanza magnetica dinamica della pelvi

In alcune situazioni specifiche può essere utile ricorrere alla risonanza magnetica dinamica della pelvi, che offre immagini dettagliate dei tessuti molli, delle strutture anatomiche e della loro mobilità durante lo sforzo. Questo esame è consigliato nei casi più complessi o in presenza di dubbi diagnostici.

Come si cura il prolasso del pavimento pelvico?

Esistono diverse opzioni terapeutiche per trattare il prolasso degli organi pelvici. La scelta più appropriata dipende da diversi fattori:

  • Gravità dei sintomi percepiti
  • Grado di severità del prolasso
  • Età della persona e condizioni generali di salute
  • Obiettivi personali futuri (ad esempio desiderio di gravidanza o mantenimento dell’attività sessuale).

Nei casi lievi o moderati, quando il prolasso non causa sintomi particolari né disagio nella vita quotidiana, potrebbe non essere necessario alcun trattamento specifico, ma solo controlli periodici.

Le terapie

  • Cambiamenti nello stile di vita
  • Esercizi mirati per il pavimento pelvico
  • Terapia ormonale locale (estrogeni)
  • Utilizzo di pessari vaginali
  • Intervento chirurgico

Cambiamenti nello stile di vita

Se il prolasso è lieve o asintomatico, alcuni semplici accorgimenti nella vita quotidiana possono aiutare a prevenire un peggioramento della condizione:

  • Perdere peso corporeo in caso di sovrappeso o obesità.
  • Seguire una dieta equilibrata ricca di fibre per prevenire stitichezza cronica.
  • Evitare sforzi fisici intensi o ripetuti (ad esempio sollevare oggetti pesanti).
  • Smettere di fumare per evitare la tosse cronica che aumenta la pressione intra-addominale peggiorando il prolasso.

Esercizi specifici per il pavimento pelvico

Gli esercizi mirati (come gli esercizi di Kegel) sono utili per rafforzare i muscoli del pavimento pelvico. Se eseguiti sotto la guida iniziale di un fisioterapista specializzato, possono alleviare i sintomi e prevenire l’evolvere del prolasso.

Terapia ormonale locale (estrogeni)

Nelle donne in menopausa con forme lievi-moderate di prolasso, una terapia locale a base di estrogeni può alleviare alcuni sintomi fastidiosi come secchezza vaginale, irritazione o dolore durante i rapporti sessuali.

La terapia deve essere sempre prima valutata attentamente dal medico ginecologo.

Gli estrogeni locali sono disponibili in diverse forme:

  • Creme vaginali da applicare localmente
  • Compresse vaginali da inserire direttamente nella vagina
  • Anello vaginale a lento rilascio ormonale

Pessari vaginali

I pessari vaginali sono dispositivi medici in silicone morbido che vengono inseriti nella vagina per sostenere gli organi pelvici prolassati. Possono rappresentare una valida alternativa terapeutica non chirurgica nelle donne che non vogliono o non possono sottoporsi a intervento chirurgico.

Intervento chirurgico

Quando i trattamenti conservativi risultano inefficaci, o quando il grado di prolasso è severo, potrebbe essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico.

Le tecniche chirurgiche

  • Riparazione chirurgica classica: riposizionamento degli organi pelvici tramite rinforzo dei tessuti muscolari e legamentosi indeboliti.
  • Intervento con mesh vaginale: utilizzo di reti sintetiche biocompatibili per sostenere stabilmente gli organi coinvolti.
  • Isterectomia: rimozione dell’utero nei casi più gravi o quando indicato dalla situazione clinica generale.
  • Colpocleisi (chiusura vaginale): procedura riservata generalmente a donne anziane che non desiderano mantenere la funzione sessuale vaginale; consiste nella chiusura parziale o totale della vagina per sostenere gli organi pelvici.

La scelta della tecnica chirurgica dipende dalle caratteristiche della paziente (età, condizioni generali di salute, gravità del prolasso) e dai suoi desideri personali riguardo alla futura attività sessuale.

FAQ - Domande Frequenti

Cos’è il pavimento pelvico?

Il pavimento pelvico è un insieme di muscoli, legamenti e tessuti che chiude in basso la cavità addominale e pelvica, estendendosi dal pube al coccige. La sua funzione è agire come sostegno degli organi e nel controllo della minzione, della defecazione e dell’atto sessuale.

Se si sospetta un prolasso pelvico, è bene rivolgersi a uno specialista uroginecologo per una diagnosi accurata. Dopo la visita, il medico potrà valutare la condizione e consigliare il trattamento più indicato: esercizi di riabilitazione del pavimento pelvico, pessari vaginali o interventi chirurgici nei casi più gravi.

I sintomi si manifestano attraverso:

  • sensazione di pesantezza o pressione nella zona pelvica, a volte accompagnata dalla percezione di qualcosa che fuoriesce dalla vagina
  • presenza di una massa o protuberanza percepibile all’interno o all’esterno della vagina
  • dolori nella regione pelvica e lombare che peggiorano stando in piedi o durante l’attività fisica
  • quando viene coinvolta la vescica, possono manifestarsi difficoltà a urinare e/o a defecare, oppure al contrario incontinenza urinaria o fecale
  • dolore o disagio durante i rapporti sessuali.

Le complicanze possono essere diverse, tra queste:

  • infezioni croniche alle vie urinarie
  • ulcere vaginali causate dallo sfregamento continuo dei tessuti protrusi
  • prolasso di altri organi, come vescica (cistocele) e retto (rettocele).

Sì, è possibile attraverso alcuni accorgimenti che possono ridurne il rischio:        

  • mantenere un peso sano
  • evitare sforzi eccessivi, come sollevare oggetti pesanti
  • adottare una dieta ricca di fibre per prevenire la stitichezza.
  • praticare regolarmente esercizi per il pavimento pelvico.

Persone soggette ad alcuni fattori di rischio, come:

  • età avanzata (il rischio aumenta con l’invecchiamento)
  • parto vaginale multiplo
  • obesità
  • sollevamento frequente di carichi pesanti
  • stitichezza cronica
  • predisposizione genetica.

Sì, camminare è considerata un’attività positiva per il pavimento pelvico perché è un esercizio a basso impatto che può aiutare a migliorare la circolazione sanguigna nella zona pelvica e con essa la salute dei muscoli che sostengono gli organi pelvici.

Gli esercizi di Kegel, ideati dal ginecologo statunitense Arnold Kegel, sono una serie di contrazioni e rilassamenti volontari dei muscoli del pavimento pelvico. Questi muscoli sostengono organi come vescica, utero e retto e svolgono una funzione importante per il controllo della minzione, della defecazione e della funzione sessuale.

Gli esercizi di Kegel si eseguono attraverso una tecnica semplice:

  • Svuotare la vescica prima di iniziare.
  • Contrarre i muscoli del pavimento pelvico per 5-10 secondi.
  • Rilasciare completamente per un tempo doppio rispetto alla contrazione.
  • Ripetere l’esercizio 10-15 volte, 2-3 volte al giorno.

Gli esercizi si possono eseguire in posizione sdraiata, seduta o in piedi.

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