Le emorroidi non sono una condizione grave ma per gestirle in modo corretto, ed evitare che diventino fastidiose, causare disagio, dolore o sanguinamento, è opportuna una visita proctologica per confermare la condizione con una diagnosi chiara e ricevere un trattamento adatto.
Visita per Emorroidi: Quando compare sangue durante l’evacuazione delle feci o si avverte un fastidio persistente nella zona anale, una delle possibili cause sono le emorroidi.
Fonti attendibili per la tua visita per emorroidi
Questo articolo è stato redatto dietro la supervisione dello specialista in Gastroenterologia e Proctologia presso il Centro Medico MedNow.
Cosa sono le emorroidi e perché fare una visita proctologica
Le emorroidi sono una patologia benigna che può, però, condizionare la qualità della vita.
La visita proctologica è l’esame clinico attraverso cui il proctologo valuta la presenza e la natura del disturbo.
È un passaggio necessario per confermare la diagnosi di emorroidi, ma anche per escludere altre patologie che possono presentare sintomi simili.
La visita ci permette di capire se si tratta effettivamente di emorroidi, di quale tipo e grado, oppure se i sintomi sono riconducibili ad altre condizioni, come ragadi, fistole o patologie infiammatorie. Chiarezza diagnostica e intervento precoce ci permettono di gestire al meglio il disturbo e prevenirne l’evoluzione.
Chi è il medico specialista per emorroidi?
Lo specialista di riferimento per la visita per emorroidi è il medico proctologo che si occupa delle patologie del tratto digestivo inferiore, in particolare dell’area rettale e anale, delle patologie dell’ano e del retto.
Conosce in modo approfondito la fisiologia di questa zona delicata e può distinguere con precisione tra emorroidi e altre condizioni con sintomi simili.
Oltre alle emorroidi, infatti, il proctologo si occupa di altre condizioni, come ragadi anali, fistole, condilomi, stitichezza, prolasso rettale, diverticolite, carcinoma anale e rettocele.
Visita per emorroidi: come si svolge?
Durante la visita proctologica, lo specialista raccoglie informazioni sulla storia clinica del paziente, esegue un esame obiettivo e, se necessario, propone accertamenti strumentali.
Construmenti specifici come l’ano-scopio o il retto-scopio, esamina l’area rettale e anale per visualizzare l’interno del canale rettale. Attraverso questo esame può identificare eventuali anomalie, come lesioni, infiammazioni o emorroidi.
Sebbene possa generare un po’ di imbarazzo, è fondamentale ricordare che i medici sono professionisti abituati a trattare queste problematiche con delicatezza e riservatezza.
La visita si articola generalmente nelle seguenti fasi:
Anamnesi (raccolta della storia clinica e dei sintomi):
Questa è la prima e fondamentale parte della visita. Il medico ti porrà una serie di domande per comprendere a fondo il tuo problema. Preparati a rispondere a quesiti come:
Quali sono i tuoi sintomi specifici? Ad esempio: sanguinamento (rosso vivo sulla carta igienica o nelle feci), dolore (durante o dopo l’evacuazione, o costante), prurito anale, sensazione di peso o di corpo estraneo nell’ano, prolasso (fuoriuscita delle emorroidi dall’ano, che può rientrare spontaneamente, manualmente o rimanere esterna), muco.
Da quanto tempo hai questi sintomi? Sono comparsi improvvisamente o gradualmente?
I sintomi sono costanti o intermittenti? C’è qualcosa che li peggiora (es. sforzo durante l’evacuazione, alcuni cibi) o li migliora?
Hai notato cambiamenti nelle tue abitudini intestinali? (es. stitichezza, diarrea).
Qual è il tuo stile di vita? Particolare attenzione verrà data all’alimentazione (apporto di fibre, idratazione), all’attività fisica, e a eventuali lavori che richiedono di stare seduti o in piedi per molte ore, o sollevare pesi.
Hai altre patologie note?
Assumi farmaci regolarmente?
Ci sono stati casi di malattie intestinali o emorroidi importanti in famiglia?
Esame obiettivo (esame fisico)
Dopo l’anamnesi, il medico procederà con l’esame fisico, che si concentra sulla regione anale e perianale.
Ispezione visiva esterna: Il medico osserverà l’area anale esterna per cercare segni di emorroidi esterne, ragadi (piccole ferite), fistole, irritazioni cutanee, marische (pliche cutanee residuo di vecchie emorroidi trombizzate) o altri problemi. Potrebbe chiederti di spingere leggermente (come durante l’evacuazione) per valutare un eventuale prolasso emorroidario.
Esplorazione rettale digitale (erd): Questa è una parte importante dell’esame. Il medico, indossando un guanto lubrificato, inserirà delicatamente un dito nell’ano e nel retto. Questo permette di:
Valutare il tono dello sfintere anale.
Palpare eventuali emorroidi interne non prolassate (anche se le emorroidi interne non complicate spesso non sono palpabili).
Escludere la presenza di altre neoformazioni o anomalie nel canale anale e nella parte inferiore del retto.
Verificare la presenza di sangue.
L’esplorazione rettale può causare un leggero fastidio o la sensazione di dover evacuare, ma solitamente non è dolorosa, a meno che non ci sia un’infiammazione acuta o una ragade.
Anoscopia o proctoscopia (se ritenuta necessaria)
A seconda dei casi e di quanto emerso dall’esame obiettivo, il medico potrebbe ritenere utile eseguire un’anoscopia o una proctoscopia.
Anoscopia: Prevede l’introduzione nell’ano di un piccolo strumento chiamato anoscopio, un tubo corto, rigido o flessibile, dotato di una fonte luminosa. Permette di visualizzare direttamente il canale anale e la parte più bassa del retto, consentendo una valutazione più accurata delle emorroidi interne (grado, infiammazione, sanguinamento).
Proctoscopia (o rettosigmoidoscopia rigida/flessibile): Utilizza uno strumento simile ma leggermente più lungo (proctoscopio o rettosigmoidoscopio) per esaminare l’intero retto e, in alcuni casi, la parte finale del sigma (una porzione del colon).
Questi esami possono essere eseguiti ambulatorialmente, spesso durante la stessa visita, e generalmente non richiedono una preparazione intestinale complessa, se non talvolta un piccolo clistere evacuativo poco prima. Possono causare un modesto fastidio.
Discussione della diagnosi e del piano terapeutico
Al termine della visita, il medico discuterà con te i risultati degli esami, formulerà una diagnosi (ad esempio, emorroidi di I, II, III o IV grado, presenza di trombosi emorroidaria, ragade anale, ecc.) e ti proporrà un piano di trattamento personalizzato. Questo potrebbe includere:
Modifiche dello stile di vita e della dieta (aumento di fibre e liquidi, attività fisica regolare).
Terapie mediche locali (creme, unguenti, supposte) o sistemiche (farmaci per migliorare il tono venoso, antidolorifici, lassativi).
Trattamenti ambulatoriali mini-invasivi (es. legatura elastica, scleroterapia, coagulazione a infrarossi).
Indicazione a un intervento chirurgico (emorroidectomia, emorroidopessi) nei casi più severi o refrattari ad altre terapie.
Eventuali ulteriori indagini (in casi selezionati):
In alcune situazioni, specialmente se i sintomi non sono chiari, se c’è sanguinamento importante o se ci sono fattori di rischio per altre patologie (es. età superiore ai 45-50 anni, familiarità per tumori intestinali), il medico potrebbe richiedere ulteriori accertamenti, come una colonscopia, per escludere altre cause di sanguinamento o problematiche del colon-retto.
Quali sono i sintomi delle emorroidi
I sintomi delle emorroidi possono variare in base alla loro posizione (interne o esterne), al grado di infiammazione e alla presenza o meno di complicanze come la trombosi.
Alcuni disturbi sono comuni, altri si manifestano solo nei casi più avanzati. E’ fondamentale eseguire una visita per emorroidi alla presenza dei primi sintomi.
Sanguinamento
Il sanguinamento è uno dei segnali più frequenti, soprattutto nelle emorroidi interne. Si presenta come sangue rosso vivo sulla carta igienica o sulle feci, subito dopo l’evacuazione.
Nella maggior parte dei casi non è accompagnato da dolore, ed è proprio questo a renderlo facile da sottovalutare. Ma resta comunque sempre un sintomo da far valutare dal medico, anche per escludere altre cause.
Anche nel periodo subito dopo il parto, il sanguinamento anale può indicare la presenza di emorroidi.
Dolore
Il dolore può essere lieve o molto intenso, a seconda della situazione. Le emorroidi esterne ingrossate o infiammate tendono a essere più dolorose, specialmente durante o dopo la defecazione.
Quando si forma un coagulo di sangue al loro interno (emorroidi trombizzate), il dolore può diventare acuto, compromettendo anche i gesti più semplici come sedersi o camminare.
Nelle prime 24-48 ore il dolore tende a essere più forte, per poi diminuire gradualmente.
La visita per emorroidi è volta anche al miglioramento del quadro clinico attuale
Prurito, bruciore e pizzicore
Un altro sintomo piuttosto frequente è il prurito nella zona anale, causato da irritazione locale o dalla presenza di muco. In alcuni casi si accompagna a una sensazione di bruciore o pizzicore persistente, che può aumentare dopo l’evacuazione o in caso di sudorazione. Questi sintomi sono più frequenti nelle emorroidi esterne.
Sensazione di peso e ingombro
Alcune persone riferiscono una sensazione di peso o pressione nella zona anale, come se qualcosa fuoriuscisse. Questo sintomo può indicare la presenza di un prolasso, cioè proprio la fuoriuscita parziale o totale delle emorroidi dal canale anale.
Gonfiore e noduli
Le emorroidi esterne possono presentarsi come piccoli grumi o masse morbide intorno all’ano, di colore rosso o blu-violaceo. Le dimensioni possono variare, da quelle di un pisello fino a una nocciola, e diventano più evidenti in caso di infiammazione o trombosi. In questi casi, oltre al dolore può comparire un gonfiore visibile.
Differenze tra emorroidi interne ed esterne
Emorroidi interne
Le emorroidi interne si trovano all’interno del retto e, nei casi lievi, non causano dolore perché in quella zona ci sono pochi recettori del dolore. Il sintomo è il sanguinamento. Possono essere visibili solo attraverso strumenti diagnostici come la rettoscopia.
Emorroidi esterne
Le emorroidi esterne si trovano sotto la pelle che circonda l’ano. Sono più facilmente visibili e percepibili al tatto, e possono causare dolore, prurito e gonfiore, soprattutto se infiammate o trombizzate.
Emorroidi trombizzate
Le emorroidi trombizzate sono emorroidi esterne all’interno delle quali si forma un coagulo di sangue. Non sono pericolose, ma possono essere dolorose a causa dell’aumento di pressione e infiammazione nella zona. Il dolore può manifestarsi in modo improvviso ed essere molto intenso, con un picco nelle prime 48 ore, seguito da un graduale miglioramento.
Cosa causa le emorroidi?
Le emorroidi sono formazioni vascolari presenti naturalmente nel canale anale. In condizioni normali, contribuiscono alla continenza e al controllo dell’evacuazione. Diventano una patologia quando le vene emorroidarie si dilatano in modo anomalo, dando origine a infiammazione, gonfiore e, in alcuni casi, sanguinamento o dolore.
Le cause esatte non sono completamente conosciute, ma esistono diversi fattori che possono portare alla comparsa o al peggioramento delle emorroidi. Alcuni sono legati a condizioni temporanee o modificabili, altri a predisposizioni individuali o a situazioni fisiologiche.
Fragilità della parete venosa
Una fragilità congenita della parete venosa, simile a quella che causa le vene varicose nelle gambe, può rendere più probabile lo sviluppo di emorroidi. In questi casi, le vene si dilatano più facilmente sotto stress o pressione.
Aumento della pressione venosa
Quando il sangue fatica a defluire correttamente dalla zona anale, può accumularsi nei cuscinetti emorroidari, provocandone la dilatazione. Questo può accadere per vari motivi, ad esempio per compressioni addominali, ostruzioni o altri disturbi del circolo venoso.
Patologie che ostacolano il flusso venoso
Alcune condizioni cliniche, come la cirrosi epatica o la presenza di cisti o tumori nel bacino, possono ostacolare il normale drenaggio venoso e causare lo sviluppo di emorroidi.
Gravidanza
Durante la gravidanza, specialmente nel terzo trimestre, l’utero in crescita comprime le vene pelviche, rallentando il ritorno venoso. Inoltre, l’aumento del progesterone rilassa la parete dei vasi, rendendoli più soggetti a gonfiarsi. La stitichezza frequente in gravidanza e lo sforzo durante il travaglio possono influire.
Sforzi durante la defecazione
Lo sforzo ripetuto per evacuare, tipico in caso di stitichezza, è uno dei fattori legati alla comparsa delle emorroidi esterne. È importante evitare di forzare l’evacuazione.
Stitichezza
La stitichezza, pur non essendo l’unica causa, può riguardare i pazienti con emorroidi. Le feci dure e secche aumentano la pressione nella zona anale e possono danneggiare i tessuti, aggravando le emorroidi esistenti o favorendone la comparsa.
Dieta povera di fibre
Una dieta con scarso contenuto di fibre è uno dei fattori più comuni che predispongono alla stitichezza. Senza fibre sufficienti, il transito intestinale rallenta e le feci diventano più compatte, aumentando lo sforzo evacuativo.
Età
L’incidenza delle emorroidi aumenta tra i 45 e i 65 anni, anche per via dell’indebolimento fisiologico dei tessuti e della minore elasticità delle vene. Anche il carcinoma anale, che non va confuso con le emorroidi ma può presentare sintomi simili, ha un’età media di diagnosi intorno ai 60 anni.
Obesità
Il peso corporeo in eccesso può esercitare una pressione costante sulle vene addominali e pelviche, ostacolando il corretto ritorno venoso.
Posizione seduta o in piedi per lunghi periodi
Stare troppo a lungo seduti (su superfici rigide) o in piedi senza muoversi può influenzare negativamente la circolazione venosa e contribuire alla comparsa di emorroidi.
Disfunzioni del pavimento pelvico
Alcune condizioni che alterano la funzionalità del pavimento pelvico possono compromettere la dinamica dell’evacuazione e influenzare il drenaggio venoso nella zona rettale.
Fattori genetici
In alcuni casi, una predisposizione familiare può rendere più probabile lo sviluppo di emorroidi. La debolezza del tessuto connettivo e delle pareti venose può essere ereditaria.
Dieta scorretta
Un’alimentazione ricca di grassi, povera di fibre, con un consumo eccessivo di alcol o cibi irritanti, può causare sia stitichezza che aumento di peso, due fattori che incidono sulle emorroidi.
Quali sono le cure per le emorroidi
Il trattamento delle emorroidi dipende dalla gravità del disturbo, dalla frequenza dei sintomi e dalla risposta alle prime misure adottate.
Nelle fasi iniziali è possibile ottenere un buon sollievo con rimedi conservativi e cambiamenti nello stile di vita. Quando il disturbo è più avanzato o persistente, si può ricorrere a trattamenti ambulatoriali o chirurgici.
Cambiamenti nello stile di vita
Il primo passo per gestire le emorroidi è migliorare le abitudini intestinali, quindi:
● aumentare l’assunzione di fibre attraverso frutta, verdura, legumi e cereali integrali
● bere più acqua durante la giornata per mantenere le feci morbide
● ridurre gli sforzi durante la defecazione e non trattenere lo stimolo.
Questi accorgimenti possono ridurre l’infiammazione e prevenire il peggioramento dei sintomi.
Trattamenti topici
In caso di fastidi locali come dolore, prurito o bruciore, è possibile utilizzare prodotti da applicare direttamente sull’area interessata:
● pomate e creme lenitive
● gel rinfrescanti o anestetici
● supposte per le emorroidi interne
● schiume o spray ad azione antinfiammatoria.
Questi preparati non risolvono il problema alla radice, ma aiutano ad alleviare i sintomi.
Rimedi naturali
Alcuni trattamenti non farmacologici possono offrire sollievo, specialmente nei casi più lievi:
● bagni caldi (meglio se con bicarbonato o sali di Epsom) da fare per 10-15 minuti più volte al giorno
● impacchi freddi per ridurre gonfiore e dolore
● applicazioni locali di amamelide o gel di aloe vera puro, noti per le loro proprietà lenitive e antinfiammatorie.
Anche l’uso di salviette umidificate non profumate, in alternativa alla carta igienica, può evitare ulteriori irritazioni.
Trattamenti ambulatoriali
Quando i sintomi non migliorano con i rimedi conservativi, si può ricorrere a procedure mediche poco invasive:
● legatura elastica: applicazione di un piccolo anello che interrompe l’afflusso di sangue all’emorroide, che cadrà spontaneamente dopo pochi giorni;
● scleroterapia: iniezione di una sostanza che riduce il volume dell’emorroide;
● fotocoagulazione a raggi infrarossi: trattamento che “sigilla” il tessuto emorroidario;
● crioterapia: utilizzo del freddo per ridurre l’infiammazione;
● elettroterapia: applicazione controllata di corrente elettrica per trattare le emorroidi interne.
Sono interventi eseguibili in ambulatorio, senza anestesia generale e con tempi di recupero brevi.
Trattamenti chirurgici
Nei casi più gravi o quando le emorroidi non rispondono alle altre terapie, si può ricorrere alla chirurgia:
● emorroidectomia tradizionale: rimozione completa del tessuto emorroidario, indicata per emorroidi di III e IV grado
● emorroidopessi (o metodo Longo): tecnica che riposiziona le emorroidi all’interno del canale anale e ne riduce l’afflusso di sangue
● metodo THD (Doppler-guided Hemorrhoidal Dearterialization): legatura selettiva delle arterie che alimentano le emorroidi, meno invasiva e con minori tempi di recupero
● metodo E.L.P. (Emorrhoidal Laser Procedure): utilizzo del laser per trattare le emorroidi interne e ridurre il prolasso con un impatto minimo sui tessuti circostanti.
Queste tecniche sono scelte in base alla situazione clinica, alla gravità del prolasso e alla condizione generale del paziente. Il proctologo valuterà la soluzione più indicata.
Società Italiana di Chirurgia Colo-Rettale (SICCR)
https://www.siccr.org/patologie/emorroidi/
Associazione scientifica che fornisce informazioni evidence-based sulle patologie proctologiche
Istituto Superiore di Sanità (ISS)
https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/e/emorroidi
Fonte istituzionale ufficiale per informazioni sanitarie in Italia
Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro
https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/corretta-informazione/emorroidi-sintomi-cause-diagnosi
Risorsa che tratta la differenziazione tra patologie benigne e maligne
FAQ – Domande Frequenti
Come si svolge una visita per le emorroidi?
Durante la visita, il medico proctologo esegue un esame fisico dell'ano e del retto, che può richiedere l'uso di strumenti specifici come l'ano-scopio o il retto-scopio o una digitopressione.
La visita dal proctologo è dolorosa e quanto dura?
La visita proctologica dura solo pochi minuti. Può essere scomoda, creare disagio, imbarazzo, ma di norma non è dolorosa.
Cosa non mangiare con le emorroidi?
Una dieta povera di fibre può favorire la stitichezza, uno dei principali fattori associati all'insorgenza o al peggioramento delle emorroidi. Le feci dure, difficili da espellere, aumentano la pressione nella zona rettale e possono aggravare le formazioni emorroidarie esistenti.
Tra i cibi che è preferibile ridurre o evitare:
- Latticini: latte, formaggi e derivati possono contribuire alla stitichezza in alcune persone.
- Farina bianca e prodotti raffinati: pane bianco, pasta, biscotti industriali e altri prodotti privi di crusca e germe di grano.
- Carne rossa: digerita più lentamente, può rallentare il transito intestinale.
- Carni lavorate: salumi, insaccati e affettati (es. mortadella) sono poveri di fibre e ricchi di sodio.
- Cibi fritti: rallentano la digestione e possono affaticare l'intestino.
- Cibi molto salati: favoriscono la ritenzione idrica e il gonfiore, peggiorando il fastidio anale.
Ci sono alimenti, poi, che, pur non essendo poveri di fibre, possono irritare la mucosa rettale o peggiorare il dolore:
- Cibi piccanti: possono aumentare il bruciore e il fastidio anale.
- Bevande con caffeina (come caffè e tè nero): possono indurire le feci e disidratare.
- Alcolici: possono seccare le feci e causare disidratazione intestinale, aumentando il rischio di stitichezza e irritazione.
Preferisci alimenti ricchi di fibre (frutta fresca, verdure, cereali integrali, legumi), bevi molta acqua e limita cibi elaborati o molto processati.
Come prepararsi alla visita del proctologo?
In molti casi viene richiesto di eseguire un clistere o un lavaggio intestinale la sera prima o la mattina stessa della visita, per facilitare l'esame. Segui sempre le istruzioni specifiche del medico.
Posso usare lassativi per pulire l'intestino?
No, a meno che non siano stati prescritti. Evita lassativi o farmaci non indicati, perché potrebbero alterare la consistenza delle feci e interferire con la valutazione clinica.
Devo essere a digiuno per la visita?
Solo se il medico lo richiede. In alcuni casi potrebbe essere indicato non mangiare né bere dopo mezzanotte (ad esempio se sono previsti esami diagnostici specifici). Altrimenti, non è necessario il digiuno.
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Se manifesti sintomi come sanguinamento anale, dolore, prurito o la presenza di noduli nella zona rettale, potrebbe trattarsi di emorroidi. In questi casi, il primo passo per una valutazione accurata è una visita proctologica.
Durante la visita, lo specialista eseguirà un esame mirato e, se necessario, ti guiderà verso eventuali approfondimenti o terapie.
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